La Costituzione della Repubblica Italiana recita all'Art. 9:
La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

giovedì 6 ottobre 2011

Gli Etruschi e la CGIL

Eugenio Tassini, Corriere Fiorentino, 6.10.2011

Uno stupito Alessio Gramolati si domanda sull’edizione fiorentina di La Repubblica di ieri come sia possibile di questi tempi (fabbriche che chiudono, operai in cassa integrazione, economia che stenta, investimenti che non arrivano) perder tempo a discutere di quattro cocci etruschi e romani trovati in mezzo al campo dove la Laika (d’accordo il Comune di San Casciano), vorrebbe costruire il suo nuovo stabilmento. Si perde inutilmente tempo (dieci anni) e si rischia di far perdere la pazienza ai manager e ai padroni della multinazionale tedesca. Fin qui Gramolati potrebbe anche aver ragione.

Sicuramente l’aveva un tempo, quando la sensibilità e l’attenzione per il consumo del nostro territorio era un valore meno importante di altri. Però poi, proprio alla fine, il segretario della Cgil si lascia un pò andare. E dopo aver scritto che non ha nulla contro gli etruschi (e ci mancherebbe altro), «popolo gaudente e laborioso», sostiene che il ritardo nella costruzione della fabbrica di camper è colpa di quelli che vedono la Toscana «unicamente come terra di buon ritiro, e non regione dove investire». Insomma quelli coi golfini di cashmere e il rustico ristrutturato in collina. Che sarebbbero poi gli stessi che non vogliono la Tirrenica costruita sull’Aurelia che taglia in due la Maremma, il rigassificatore a Rosignano davanti ai bagni, i campi «coltivati» a pannelli solari, il resort al parco di Rimigliano, i tralicci di Terna sulle colline del Valdarno, le pale eoliche davanti a Viareggio. Oppure che si fermano alle Cascine un momento a guardare quanto è brutta la scatola grigia del Nuovo Maggio.

La questione è più drammatica della contrarietà di quattro vecchietti ricchi in collina che non vedono più bene il tramonto. E purtroppo per Gramolati coinvolge tutti noi, anche se non abbiamo cashmere e villette, e neanche tramonti. Però abbiamo scoperto la bellezza, e che anche questa è una risorsa. Una volta era semplice: se un grande imprenditore voleva investire gli davi quello che voleva, consumavi (a volte sciupavi) la tua terra (anche per sempre), ma avevi lavoro. Oggi sono cambiati la nostra sensibilità, attenzione, sistema di valori.

La Solvay si è inventata Rosignano, e ha dato di che vivere a migliaia di persone. Ma oggi nessuno si sognerebbe di consegnare un pezzo di costa e di bellezza e di spiagge a una fabbrica anche se importante. Così siamo tutti stretti fra la necessità di lavorare (e pensare a uno sviluppo industriale) e l’urgenza di conservare quel che ci resta di bellezza, di storia, di cultura, di Toscana insomma.

In realtà, e qui sta l’errore di Gramolati, in entrambi i casi si pensa al futuro
. E la soluzione non è scegliere fra Laika e etruschi, ma scegliere Laika e etruschi.


A questo proposito ci sembra interessante anche un commento all'articolo (apparso su www.comitatopercampiglia.it), che riportiamo:

pensionata CGL scrive:
6 ottobre 2011 alle 14:05

anziana, ma ancora non del tutto rincoglionita osservo con stupore le prese di posizioni del mio (per poco) sindacato.
Mentre non si fa lotta dura per i precari (perché non hanno la tessera o perché non li abbiamo ancora contati?), mentre si avalla la differenza abissale nel difendere chi è garantito nel posto di lavoro da chi non lo è, è insopportabile che un Alessio Gramolati difenda senza se e senza ma posti di lavoro ‘a prescindere’ come usa dire: dagli Etruschi, dalla tenuta storica di Rimigliano, dalle colline di Campiglia mangiate dalle cave.
Il pulpito da cui viene la predica non è quindi soltanto lo zoccolo duro del sindacato (e del partito) a cui non è stato spiegato bene di cosa si sta parlando, ma qualcuno che dovrebbe sapere quali sono oggi le risorse per il lavoro. Se manca la cultura per questo basterebbe fare qualche riflessione sull’importanza nel futuro dello sviluppo dell’agricultura e sullo SFRUTTAMENTO dei nostri beni primari che sono le risorse storiche, paesaggistiche e artistiche, uniche al mondo.
Siccome non penso di essere più intelligente di questi cervelloni, mi viene da pensare che ormai l’intreccio tra imprenditoria (italiana e straniera) e politica (quindi anche il sindacato) sia irreversibile.
Spero di sbagliarmi e che sia soltanto pigrizia mentale e incapacità di affrontare un mutato momento storico-economico.

L'intervento di Alessio Gramolati, Segretario Generale CGIL Toscana, a cui si fa riferimento