AL PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA Enrico Rossi
Alla Giunta Regionale Toscana
Ai lavoratori LAIKA
Alla RSU LAIKA
In questi giorni la Regione deve decidere su una questione importante, controversa e difficile, che riguarda la tutela dell’interesse pubblico e la salvaguardia di un patrimonio culturale ed archeologico che può essere anche una risorsa economica fondamentale dal punto di vista turistico.
Nell’area destinata alla costruzione del nuovo stabilimento LAIKA a San Casciano sono emersi reperti etruschi e romani. Tali reperti vengono così descritti nel “PROGETTO di VALORIZZAZIONE DEI SITI ARCHEOLOGICI E DEL PARCO SPORTIVO “LA BOTTE” ATTRAVERSO UN SISTEMA INTEGRATO DI SEGNALETICA TURISTICA” presentato dalla Amministrazione Comunale di San Casciano a bando di finanziamento e che ha ottenuto un contributo di 68.000 di euro con atto del GAL START n°8/313AA del 29/03/2011: “Il territorio di San Casciano è stato disegnato dalle presenze antropiche che lo hanno caratterizzato fin da tempi preistorici, testimoniate dalla presenza di ben 40 siti di interesse archeologico …. Fra gli altri, si distinguono tre siti di significativo interesse archeologico risalenti al periodo etrusco-romano, ubicati lungo la fertile pianura fluviale del Pesa o arroccati sulle alture che la difendevano naturalmente: la struttura funeraria etrusca di Sant’Angelo a Bibbione (VII sec. a.C.), l’insediamento etrusco di Poggio La Croce (VII-V sec. a. C.), l’insediamento etrusco-ellenistico di Ponterotto (IV-III sec. a.C.). Il paesaggio chiantigiano che si estende attraverso tali siti archeologici merita di essere conosciuto e valorizzato all’interno di un circuito turistico,….”
Questo “sito di significativo interesse archeologico” viene invece smantellato con successivo “progetto di rimozione” deliberato dalla medesima amministrazione comunale nell’agosto 2011 e diventa “…alcune pietre di origine etrusca” che “certo ambientalismo in cashmere” non vuol spostare rischiando di” bloccare un investimento di 30 milioni di euro di LAIKA” nelle parole della Presidente di Confindustria Toscana.
Abbiamo un’altra idea di quel che è uno sviluppo sostenibile del territorio toscano, e ci dispiace rilevare la miopia dell’Associazione Industriali (che in teoria rappresenta anche gli interessi del settore turistico) la quale vede nei beni culturali un semplice impiccio invece che una grande opportunità. Ma siamo ancor più dispiaciuti del vedere accodarsi a questa miope idea le rappresentanze sindacali di LAIKA, che in un loro comunicato attaccano movimenti ambientalisti e comitati locali.
Per dovere di verità, ci sentiamo di dover rispondere ad alcune affermazioni, senza nessuna intenzione polemica nei loro confronti in quanto riteniamo che una soluzione alle esigenze di ristrutturazione aziendale sia opportuna e necessaria e non vediamo alcuna contraddizione tra tutela del paesaggio e dei beni culturali e sviluppo delle attività economiche.
Il comunicato RSU dichiara che la richiesta di salvaguardia dell’area archeologica mette a rischio, un «investimento che potrebbe dare serenità a tutti i dipendenti Laika e creare opportunità di lavoro». La Rsu fa anche riferimento alla recente notizia secondo cui la famiglia Hymer, il gruppo tedesco di cui fa parte Laika, avrebbe deciso di riacquisire il controllo completo, acquistando le azioni sul mercato, per un totale di 38 milioni. Un segnale «inequivocabile circa la volontà del gruppo di investire in un progetto industriale concreto». E concludono: «Non possiamo permetterci altri ritardi a causa di comitati”.
Ci sembra necessario puntualizzare quanto segue:
• Il 9 settembre 2002 il Consiglio di Amministrazione di Laika Caravans S.p.A. – da poco acquistata dalla tedesca HYMER AG - deliberava l’acquisto del terreno del Ponterotto per la somma di 3.5 milioni di euro. Il capannone appena finito di costruire alla Sambuca con variante del Comune di Tavarnelle (Laika 3) veniva messo in vendita per una cifra compresa fra i 12 e i 13 milioni di euro. Il consigliere delegato Heinrich Dumpe assicurava che il trasferimento nella nuova sede del Ponterotto sarebbe stato realizzato entro l’agosto del 2004. Solo uno dei consiglieri, il prof. Sergio Pivato della Bocconi, avanzava qualche dubbio sui rischi che l’operazione comportava e chiedeva se non fossero state previste alternative. I rischi non riguardano certamente l’eventuale presenza di comitati ambientalisti, ma la stessa complessità di un’operazione che trasforma un terreno agricolo in terreno industriale, al di fuori da qualsiasi strumento urbanistico.
• E infatti per procedere ad una variante ad hoc bisogna aspettare il 2006, poi ci vogliono ancora due anni per approvare il progetto, poi ancora un anno per una variante: e arriviamo al 2009. Il progetto è stato fermo a causa delle procedure arzigogolate introdotte per “regolarizzare” l’uso di terreni agricoli acquistati in una zona del tutto inadatta a quello stabilimento procedure oltretutto onerose e complesse. Se davvero esisteva la URGENZA imprenditoriale di avere quelle volumetrie, le si poteva realizzare da anni in altre zone industriali già infrastrutturate presenti nel territorio (per esempio a Barberino o a Poggibonsi). Evidentemente al gruppo Hymer interessa più l’investimento immobiliare che non la produzione.
• LA Hymer ha chiesto una superficie di 32.000 mq che è più del doppio della superficie attualmente in produzione (senza contare le superfici esterne impermeabilizzate per fare parcheggi). Nei fatti LAIKA ha perso occupati passando da 250 dipendenti nel 2003 (il massimo decennale) a 189 nel 2010, ha perso produzione calando a 55 milioni di euro nel 2010 rispetto ai 71 del 2000. Il progetto esecutivo depositato in Comune prevede una terza parte circa del capannone attrezzata e per il resto una enorme superficie vuota (in attesa di vendita? Forse con la prospettiva di lucrarci come già fatto con il capannone Laika 3, mai entrato in produzione?) Non siamo noi ambientalisti a mettere in crisi LAIKA ma gli andamenti del mercato europeo e nordamericano, che hanno visto crollare la domanda. Il nuovo capannone non risponde a pressanti esigenze produttive visto che le stesse previsioni aziendali parlano per il 2011 di una crescita possibile del fatturato che non recupererà tutte le perdite di mercato del passato. Mettere in discussione volumetrie o profili o localizzazione dell’edificio non può quindi essere un tabù.
• La Hymer aveva sovradimensionato anche il proprio stabilimento tedesco (investimento di 16 milioni di euro) trovandosi poi nel 2009 a far pagare ai lavoratori tedeschi il costo della crisi e dell’errore (600 posti di lavoro in meno) pur di mantenere comunque dividendi agli azionisti della Hymer (per l’80% di proprietà della famiglia Hymer). L’andamento decennale degli utili di esercizio dei bilanci LAIKA vede a parità di produzione incrementi o decrementi dell’ordine del 30%. Basti pensare che se nel 2001 con 42 milioni di valore produzione LAIKA realizza un utile di 711.000 di euro, mentre nel 2009 con 51 milioni di valore produzione ha avuto un disavanzo di esercizio di 3,5 milioni. Non capiamo quindi quale fiducia sia possibile avere in una operazione di rastrellamento azionario che sicuramente tutelerà ancor meglio gli interessi della proprietà ma che NON NECESSARIAMENTE si lega ad un rilancio produttivo, in quanto l’obbiettivo di ripartire dividendi è del tutto scollegato da quello di valorizzazione delle risorse produttive.
• La Hymer ha licenziato in tutta Europa, ed ha addirittura smantellato nell’anno passato la HYMER FRANCE in Alsazia, il marchio ERIBA (fallimento dichiarato a marzo 2010, 190 dipendenti sul lastrico ”colpevoli” per la Hymer di comportamenti sindacali giudicati troppo conflittuali), a fronte di un calo globale della produzione di HYMER AG : da 26000 a 19000 autoveicoli a inizio 2010, perdite dichiarate di 40 milioni di euro. L’azienda LAIKA dimostra sicuramente un grande dinamismo: vediamo per esempio i finanziamenti pubblici che questa azienda sta rastrellando (750.000 euro solo di fondi strutturali per l’innovazione di prodotto), ma vediamo anche il rischio che HYMER cerchi di far pagare ai contribuenti italiani e ai lavoratori i costi di una ristrutturazione che viene dopo anni di utili e dividendi ripartiti fra gli azionisti. In tale contesto, l’operazione immobiliare a Ponterotto non ci sembra certo una partita dettata dall’urgenza di por fine a dieci anni di inutili attese per passare a una nuova stagione produttiva (il trasferimento dei reperti archeologici comporterà comunque altri due anni di lavori!), tantomeno ci pare corretto paragonarla con la costruzione della diga di Assuan come ha fatto la presidente di Confindustria toscana (dimenticando che quella era, per quanto controversa, una OPERA PUBBLICA) ; siamo piuttosto di fronte ad una scelta legata all’investimento sul MATTONE, alla RENDITA IMMOBILIARE, come, secondo i dati CGCIA di Mestre sull’uso dei finanziamenti all’impresa, continuano a fare aziende medie e grandi a scapito della innovazione e della produzione materiale.
• Infine, non vediamo nel quadro sopra descritto come si giustifichi l’intervento con cospicue risorse del Comune di San Casciano (soldi di tutti i cittadini, in un momento di tagli ai servizi) per smantellare un sito archeologico di pubblico interesse, e non comprendiamo come il pur legittimo interesse economico di Hymer possa essere dichiarato automaticamente INTERESSE PUBBLICO: invitiamo su questo le rappresentanze sindacali, nel rispetto reciproco di divergenze di opinioni o vedute, a non prestarsi al gioco dell’impresa che mira a mettere in antagonismo il diritto al lavoro e i diritti del lavoro (imprescindibili) con la tutela dell’ambiente e del territorio, che costituisce salvaguardia di BENI COMUNI fondamento di una economia equa e SOSTENIBILE che è la sola prospettiva auspicabile per i nostri figli.
LEGAMBIENTE circolo Il Passignano
WWF Firenze
Rete dei Comitati per la difesa del territorio
ITALIA NOSTRA Firenze
La Costituzione della Repubblica Italiana recita all'Art. 9:
La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
giovedì 29 settembre 2011
Le associazioni a Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana
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lunedì 22 gennaio 2007
Esposto alla Procura della Repubblica di Firenze
(22 Gennaio 2007)
I sottoscritti firmatari, cittadini residenti e rappresentanti o esponenti delle associazioni di tutela e salvaguardia dell'ambiente sottoelencate, segnalano alla Procura di Firenze alcune caratteristiche dell'iter che ha condotto il Consiglio Comunale di San Casciano in val di Pesa alla DELIBERA CONSIGLIO COMUNALE N. 41 DEL 13.06.2006, avente per oggetto 'P.R.G: Accordo di pianificazione per la Variante al PRG ed integrazione Piano Strutturale e contestuale Variante al P.T.C. Provincia di Firenze per individuazione zona per attività produttiva in località Ponterotto. Ratifica intesa preliminare ai sensi dell'Art. 22 L.R. n. 1/05 Adozione di variante al PRG, adozione di variante al Piano di classificazione acustica'. Fermo rimanendo che spetta alla Procura stessa l?eventuale acquisizione di atti, e la valutazione sulla sussistenza o meno di irregolarità, si rappresenta quanto di seguito
PREMESSO
Che la delibera in oggetto riguarda la realizzazione di una zona D per attività produttiva in località Ponterotto finalizzata ad ospitare uno stabilimento industriale della società LAIKA CARAVANS.
Che le associazioni sottoelencate hanno sin da subito manifestato la propria contrarietà al progetto in riferimento, criticandone tanto il merito, per motivi di carattere paesaggistico-ambientale, quanto il metodo, che stravolge quelle che a nostro avviso sono le corrette prassi di formazione degli strumenti urbanistici.
Che su tale questione di legittimità della procedura è stata presentata da alcune associazioni ambientaliste una osservazione alla Delibera di adozione da parte del Comune di San Casciano (ALLEGATO 1), osservazione alla quale l'ufficio tecnico ha risposto dichiarando (ALLEGATO 2, pag 19):
'Premesso che nell'osservazione non si ravvisano aspetti di rilevanza tecnica, anche in mancanza di specifici riferimenti in ordine alle norme che si presumono violate, per quanto di competenza si ribadisce che l'Ufficio ha condotto le procedure di variante nel rispetto delle norme nazionali e regionali vigenti. Pertanto non si ravvisano elementi di illegittimità che supportino la richiesta di annullamento della procedura di variante, ferme restando le altre considerazioni che però non assumono rilevanza di natura tecnica.'
Che in tale maniera l'ufficio tecnico ha di fatto eluso la questione posta nella osservazione, che non riguarda problemi inerenti la procedura a seguito della prima delibera ufficiale di avvio del procedimento (del. CC n131 del 7/06/2004, ALLEGATO 3), ma la modalità con la quale si è giunti a definire e perimetrare la superficie oggetto di Variante, che corrisponde esattamente alle proprietà agricole acquisite da LAIKA nel 2002 successivamente a primi contatti con le amministrazioni locali. (ALLEGATO 4: sovrapposizione catastale).
SI ESPONGONO ALL'ATTENZIONE DELLA PROCURA I SEGUENTI FATTI:
- Nel 1997 il Comune di Tavarnelle concede alla Laika, con una variante ad hoc, di realizzare su una superficie coperta di 6500 mq su due piani (per totali 13000 mq di superficie) la sede di Laika 3: un capannone che dovrebbe rispondere alla esigenza manifestata dalla azienda e dalle maestranze di ovviare alla problematica situazione logistica dell'impresa: 6 capannoni localizzati in tre diversi lotti distanti tra loro, tettoie in amianto fatiscenti, temperature estive proibitive (a tale variante viene dato parere favorevole persino dalle associazioni ambientaliste).
- Nel 2000 la dirigenza dell'impresa fa presente che ritiene non adeguato il capannone ottenuto in variante, che viene però realizzato. Cominciano contatti non formali e non ufficiali con le amministrazioni di San Casciano Val di Pesa e di Tavarnelle. Di ciò fa fede una dichiarazione resa (e registrata) dall'allora sindaco Pietro Roselli nel Consiglio Comunale di San Casciano svoltosi in data 13/6/2006, che data appunto al 2000 l'inizio della ricerca di nuove soluzioni localizzative e dell'impegno in tal senso delle amministrazioni locali.
- Il 9 settembre 2002 si riunisce il CdA della LAIKA (ALLEGATO 5: Verbale CdA), e il nuovo presidente del CdA, Hans Jurgen Burkert, dichiara alla nuova dirigenza dell'azienda (rilevata dal gruppo tedesco Hymer) come 'l'utilizzo dello stabilimento noto come 'Laika 3 nuovo', di recente ultimazione, non sia compatibile con gli attuali progetti di ottimizzazione della filiera produttiva'. Burkert propone al CdA di vendere l'immobile appena realizzato (valutato dalla Gabetti tra 12 e 12,9 milioni di Euro) per avviare il nuovo progettato stabilimento industriale, da finanziarsi in parte con la vendita dello stabilimento appena realizzato in variante urbanistica a Tavarnelle e MAI USATO PER FINI PRODUTTIVI.
Burkert dichiara di avere già i contatti con i finanziatori e '..con alcune imprese edili anch'esse interessate alla realizzazione del progetto'. Illustra inoltre '..l'attuale situazione urbanistica dell'area nonché le possibili soluzioni edificative già studiate e sottoposte a un vaglio preventivo delle autorità locali'. Burkert si spinge inoltre sino a dichiarare che 'Il nuovo complesso sorgerà su di un'area di circa 150000 mq nel comune di San Casciano Val di Pesa (Firenze) poco distante, quindi, dall'attuale sede e sarà realizzato per il 2004, si prevede per l'agosto 2004 il trasferimento di sede'.
Dal punto di vista urbanistico l'area è al momento AGRICOLA, quindi lo stabilimento non si potrebbe fare.
- In quella sede il CdA delibera all'unanimità di seguire la strada proposta dal presidente, delibera quindi di procedere a riscatto anticipato e immediata vendita dello stabilimento appena realizzato a Tavarnelle, e di acquistare per una cifra di circa 3,5 milioni di Euro i terreni agricoli in località Ponterotto per i quali vengono puntualmente indicate le proprietà. Vengono conferiti al consigliere Heinric Dumpe i necessari poteri per compiere tutti gli atti necessari, e infatti sarà Dumpe a siglare i contratti e a confrontarsi con la comunità locale.
- Nel mese di ottobre 2002 vengono siglati i preliminari dei terreni (ALLEGATO 6: preliminare con sigg.ri Ricci), il terreno in quel momento agricolo viene acquistato ad un prezzo tra i 20 e i 23 Euro al mq, prezzo ben distante dal valore di un terreno fabbricabile industriale che nella zona del Chianti si aggira tra i 90 Euro/mq (pagati da artigiani per la adiacente zona artigianale del Ponterotto) e i 200 Euro/mq di stime di mercato tra Poggibonsi e Empoli. Gli acquisti vengono perfezionati entro dicembre e dalle visure catastali (ALLEGATO 7) risultano di proprietà Laika da atto pubblico del 10/12/2002. Poiché su questo punto dell'acquisto terreni sono stati chiesti da più parti chiarimenti alla Amministrazione Comunale, LAIKA ha prodotto in data 8/06/2006 un documento (ALLEGATO 8) nel quale dichiara un costo finale di acquisto, comprensivo di tasse e oneri, di euro 4.574.000, voce che collima con la messa in bilancio di Laika nel 2003 di euro 4.274.500,62 per acquisto immobili e terreni (ALLEGATO 9).
- Solo il 31 marzo 2003 viene votato in Consiglio Comunale di San Casciano un documento di indirizzo (il primo atto ufficiale) che invita la Giunta Comunale ad attivarsi per questo progetto di nuovo insediamento.
- Poiché San Casciano non ha ancora adottato il Piano Strutturale, questo strumento viene predisposto in modo da poter poi consentire l'avvio immediato della variante, ossia nella versione finale del Piano Strutturale adottato dal C.C. (29/3/2004) si inserisce la previsione di insediamento produttivo dando titolarità a dei volumi, cioè non si parla di generico insediamento produttivo, ma si esplicita in uno strumento di pianificazione, art. 14.2, che sono previste ulteriori ampliamenti delle zone produttive '..nell'ambito del vigente PRG (Le Mandrie, Calzaiolo) e anche oltre (eventuale stabilimento Laika)? (ALLEGATO 10). Per chiarire l'aspetto paradossale della vicenda, se LAIKA si fosse tirata indietro e si fosse fatto avanti un altro imprenditore con pari garanzie occupazionali, pur acquistando i terreni non avrebbe potuto edificare su quella zona in quanto i volumi 'hanno un nome e cognome? e solo un'altra variante avrebbe potuto sbloccare la cosa.
- Nel giugno del 2004 parte con delibera di G.C n 131 l'avvio del procedimento di variante ai sensi dell?art. 40 LR 5/95.
- Nel luglio 2006 la giunta comunale risponde con un manifesto pubblico alle accuse da più parti avanzate sulla correttezza del procedimento di variante, con un testo che recita in questo modo: 'Riguardo all'acquisizione del terreno occorre chiarire quanto segue: la trattativa si è svolta direttamente tra le parti e si ritiene che l'accordo abbia soddisfatto entrambe, il che significa che non si è agevolato né la speculazione fondiaria, cioè i venditori i quali naturalmente, al momento della vendita, erano consapevoli che Laika non acquistava quel terreno 'per coltivar carciofi', né la parte acquirente cioè Laika in quanto consapevole che l'amministrazione comunale avrebbe posto dei vincoli alla destinazione produttiva per molti anni, evitando così eventuali appetiti speculativi.' (ALLEGATO 11).
- In un articolo pubblicato su Metropoli del 20 ottobre 2006 (ALLEGATO 12), sempre in risposta alle polemiche sul percorso di formazione della variante, l'ex sindaco Pietro Roselli rivendica apertamente la paternità della localizzazione dell'intervento, ed in risposta a specifica domanda sull?argomento dichiara apertamente che '..noi che siamo stati fin da subito in questa partita, abbiamo deciso che potevamo trovare spazi laddove fin dal 1985, abbiamo una zona industriale (Ponterotto), che è stata ridotta per non dare spazi e 'sponde' a chi viene da fuori'. Si allega per completezza anche l'articolo della associazione 'Legambiente' pubblicato nella edizione del 27 ottobre della rivista che risponde a tali affermazioni ponendo delle questioni sulla trasparenza del percorso.
TUTTO CIÒ PREMESSO, I SOTTOSCRITTI CHIEDONO
che la S.V.Ill.ma voglia indagare se nei fatti sopra esposti possano ravvisarsi ipotesi di reato, individuando gli eventuali responsabili. Chiedono inoltre che, qualora accerti violazioni di legge, voglia prendere tutti quei provvedimenti atti a far cessare eventuali comportamenti non regolamentari e pregiudizievoli per l'ambiente e il territorio.
I sottoscritti chiedono di essere informati circa l'eventuale richiesta di archiviazione, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 408, comma 2, c.p.p., e sull'eventuale richiesta di proroga del termine delle indagini preliminari, ai sensi dell'art. 406, commi 3 e 5, c.p.p..(1). Ove il Pubblico Ministero ritenga di procedere con decreto penale, dichiarano di opporsi.
Paolo Sorgentone Circolo Legambiente 'Il Passignano'
Giuseppe Pandolfi Circolo Legambiente 'Il Passignano'
Guido Scoccianti WWF
Claudio Greppi Italia Nostra
Franco Bolognesi Associazione San Casciano per la tutela dell'Ambiente
Giovanni Ricasoli Firidolfi Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico ONLUS
Stefano Mazzoni AMAT Montespertoli
I sottoscritti firmatari, cittadini residenti e rappresentanti o esponenti delle associazioni di tutela e salvaguardia dell'ambiente sottoelencate, segnalano alla Procura di Firenze alcune caratteristiche dell'iter che ha condotto il Consiglio Comunale di San Casciano in val di Pesa alla DELIBERA CONSIGLIO COMUNALE N. 41 DEL 13.06.2006, avente per oggetto 'P.R.G: Accordo di pianificazione per la Variante al PRG ed integrazione Piano Strutturale e contestuale Variante al P.T.C. Provincia di Firenze per individuazione zona per attività produttiva in località Ponterotto. Ratifica intesa preliminare ai sensi dell'Art. 22 L.R. n. 1/05 Adozione di variante al PRG, adozione di variante al Piano di classificazione acustica'. Fermo rimanendo che spetta alla Procura stessa l?eventuale acquisizione di atti, e la valutazione sulla sussistenza o meno di irregolarità, si rappresenta quanto di seguito
PREMESSO
Che la delibera in oggetto riguarda la realizzazione di una zona D per attività produttiva in località Ponterotto finalizzata ad ospitare uno stabilimento industriale della società LAIKA CARAVANS.
Che le associazioni sottoelencate hanno sin da subito manifestato la propria contrarietà al progetto in riferimento, criticandone tanto il merito, per motivi di carattere paesaggistico-ambientale, quanto il metodo, che stravolge quelle che a nostro avviso sono le corrette prassi di formazione degli strumenti urbanistici.
Che su tale questione di legittimità della procedura è stata presentata da alcune associazioni ambientaliste una osservazione alla Delibera di adozione da parte del Comune di San Casciano (ALLEGATO 1), osservazione alla quale l'ufficio tecnico ha risposto dichiarando (ALLEGATO 2, pag 19):
'Premesso che nell'osservazione non si ravvisano aspetti di rilevanza tecnica, anche in mancanza di specifici riferimenti in ordine alle norme che si presumono violate, per quanto di competenza si ribadisce che l'Ufficio ha condotto le procedure di variante nel rispetto delle norme nazionali e regionali vigenti. Pertanto non si ravvisano elementi di illegittimità che supportino la richiesta di annullamento della procedura di variante, ferme restando le altre considerazioni che però non assumono rilevanza di natura tecnica.'
Che in tale maniera l'ufficio tecnico ha di fatto eluso la questione posta nella osservazione, che non riguarda problemi inerenti la procedura a seguito della prima delibera ufficiale di avvio del procedimento (del. CC n131 del 7/06/2004, ALLEGATO 3), ma la modalità con la quale si è giunti a definire e perimetrare la superficie oggetto di Variante, che corrisponde esattamente alle proprietà agricole acquisite da LAIKA nel 2002 successivamente a primi contatti con le amministrazioni locali. (ALLEGATO 4: sovrapposizione catastale).
SI ESPONGONO ALL'ATTENZIONE DELLA PROCURA I SEGUENTI FATTI:
- Nel 1997 il Comune di Tavarnelle concede alla Laika, con una variante ad hoc, di realizzare su una superficie coperta di 6500 mq su due piani (per totali 13000 mq di superficie) la sede di Laika 3: un capannone che dovrebbe rispondere alla esigenza manifestata dalla azienda e dalle maestranze di ovviare alla problematica situazione logistica dell'impresa: 6 capannoni localizzati in tre diversi lotti distanti tra loro, tettoie in amianto fatiscenti, temperature estive proibitive (a tale variante viene dato parere favorevole persino dalle associazioni ambientaliste).
- Nel 2000 la dirigenza dell'impresa fa presente che ritiene non adeguato il capannone ottenuto in variante, che viene però realizzato. Cominciano contatti non formali e non ufficiali con le amministrazioni di San Casciano Val di Pesa e di Tavarnelle. Di ciò fa fede una dichiarazione resa (e registrata) dall'allora sindaco Pietro Roselli nel Consiglio Comunale di San Casciano svoltosi in data 13/6/2006, che data appunto al 2000 l'inizio della ricerca di nuove soluzioni localizzative e dell'impegno in tal senso delle amministrazioni locali.
- Il 9 settembre 2002 si riunisce il CdA della LAIKA (ALLEGATO 5: Verbale CdA), e il nuovo presidente del CdA, Hans Jurgen Burkert, dichiara alla nuova dirigenza dell'azienda (rilevata dal gruppo tedesco Hymer) come 'l'utilizzo dello stabilimento noto come 'Laika 3 nuovo', di recente ultimazione, non sia compatibile con gli attuali progetti di ottimizzazione della filiera produttiva'. Burkert propone al CdA di vendere l'immobile appena realizzato (valutato dalla Gabetti tra 12 e 12,9 milioni di Euro) per avviare il nuovo progettato stabilimento industriale, da finanziarsi in parte con la vendita dello stabilimento appena realizzato in variante urbanistica a Tavarnelle e MAI USATO PER FINI PRODUTTIVI.
Burkert dichiara di avere già i contatti con i finanziatori e '..con alcune imprese edili anch'esse interessate alla realizzazione del progetto'. Illustra inoltre '..l'attuale situazione urbanistica dell'area nonché le possibili soluzioni edificative già studiate e sottoposte a un vaglio preventivo delle autorità locali'. Burkert si spinge inoltre sino a dichiarare che 'Il nuovo complesso sorgerà su di un'area di circa 150000 mq nel comune di San Casciano Val di Pesa (Firenze) poco distante, quindi, dall'attuale sede e sarà realizzato per il 2004, si prevede per l'agosto 2004 il trasferimento di sede'.
Dal punto di vista urbanistico l'area è al momento AGRICOLA, quindi lo stabilimento non si potrebbe fare.
- In quella sede il CdA delibera all'unanimità di seguire la strada proposta dal presidente, delibera quindi di procedere a riscatto anticipato e immediata vendita dello stabilimento appena realizzato a Tavarnelle, e di acquistare per una cifra di circa 3,5 milioni di Euro i terreni agricoli in località Ponterotto per i quali vengono puntualmente indicate le proprietà. Vengono conferiti al consigliere Heinric Dumpe i necessari poteri per compiere tutti gli atti necessari, e infatti sarà Dumpe a siglare i contratti e a confrontarsi con la comunità locale.
- Nel mese di ottobre 2002 vengono siglati i preliminari dei terreni (ALLEGATO 6: preliminare con sigg.ri Ricci), il terreno in quel momento agricolo viene acquistato ad un prezzo tra i 20 e i 23 Euro al mq, prezzo ben distante dal valore di un terreno fabbricabile industriale che nella zona del Chianti si aggira tra i 90 Euro/mq (pagati da artigiani per la adiacente zona artigianale del Ponterotto) e i 200 Euro/mq di stime di mercato tra Poggibonsi e Empoli. Gli acquisti vengono perfezionati entro dicembre e dalle visure catastali (ALLEGATO 7) risultano di proprietà Laika da atto pubblico del 10/12/2002. Poiché su questo punto dell'acquisto terreni sono stati chiesti da più parti chiarimenti alla Amministrazione Comunale, LAIKA ha prodotto in data 8/06/2006 un documento (ALLEGATO 8) nel quale dichiara un costo finale di acquisto, comprensivo di tasse e oneri, di euro 4.574.000, voce che collima con la messa in bilancio di Laika nel 2003 di euro 4.274.500,62 per acquisto immobili e terreni (ALLEGATO 9).
- Solo il 31 marzo 2003 viene votato in Consiglio Comunale di San Casciano un documento di indirizzo (il primo atto ufficiale) che invita la Giunta Comunale ad attivarsi per questo progetto di nuovo insediamento.
- Poiché San Casciano non ha ancora adottato il Piano Strutturale, questo strumento viene predisposto in modo da poter poi consentire l'avvio immediato della variante, ossia nella versione finale del Piano Strutturale adottato dal C.C. (29/3/2004) si inserisce la previsione di insediamento produttivo dando titolarità a dei volumi, cioè non si parla di generico insediamento produttivo, ma si esplicita in uno strumento di pianificazione, art. 14.2, che sono previste ulteriori ampliamenti delle zone produttive '..nell'ambito del vigente PRG (Le Mandrie, Calzaiolo) e anche oltre (eventuale stabilimento Laika)? (ALLEGATO 10). Per chiarire l'aspetto paradossale della vicenda, se LAIKA si fosse tirata indietro e si fosse fatto avanti un altro imprenditore con pari garanzie occupazionali, pur acquistando i terreni non avrebbe potuto edificare su quella zona in quanto i volumi 'hanno un nome e cognome? e solo un'altra variante avrebbe potuto sbloccare la cosa.
- Nel giugno del 2004 parte con delibera di G.C n 131 l'avvio del procedimento di variante ai sensi dell?art. 40 LR 5/95.
- Nel luglio 2006 la giunta comunale risponde con un manifesto pubblico alle accuse da più parti avanzate sulla correttezza del procedimento di variante, con un testo che recita in questo modo: 'Riguardo all'acquisizione del terreno occorre chiarire quanto segue: la trattativa si è svolta direttamente tra le parti e si ritiene che l'accordo abbia soddisfatto entrambe, il che significa che non si è agevolato né la speculazione fondiaria, cioè i venditori i quali naturalmente, al momento della vendita, erano consapevoli che Laika non acquistava quel terreno 'per coltivar carciofi', né la parte acquirente cioè Laika in quanto consapevole che l'amministrazione comunale avrebbe posto dei vincoli alla destinazione produttiva per molti anni, evitando così eventuali appetiti speculativi.' (ALLEGATO 11).
- In un articolo pubblicato su Metropoli del 20 ottobre 2006 (ALLEGATO 12), sempre in risposta alle polemiche sul percorso di formazione della variante, l'ex sindaco Pietro Roselli rivendica apertamente la paternità della localizzazione dell'intervento, ed in risposta a specifica domanda sull?argomento dichiara apertamente che '..noi che siamo stati fin da subito in questa partita, abbiamo deciso che potevamo trovare spazi laddove fin dal 1985, abbiamo una zona industriale (Ponterotto), che è stata ridotta per non dare spazi e 'sponde' a chi viene da fuori'. Si allega per completezza anche l'articolo della associazione 'Legambiente' pubblicato nella edizione del 27 ottobre della rivista che risponde a tali affermazioni ponendo delle questioni sulla trasparenza del percorso.
TUTTO CIÒ PREMESSO, I SOTTOSCRITTI CHIEDONO
che la S.V.Ill.ma voglia indagare se nei fatti sopra esposti possano ravvisarsi ipotesi di reato, individuando gli eventuali responsabili. Chiedono inoltre che, qualora accerti violazioni di legge, voglia prendere tutti quei provvedimenti atti a far cessare eventuali comportamenti non regolamentari e pregiudizievoli per l'ambiente e il territorio.
I sottoscritti chiedono di essere informati circa l'eventuale richiesta di archiviazione, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 408, comma 2, c.p.p., e sull'eventuale richiesta di proroga del termine delle indagini preliminari, ai sensi dell'art. 406, commi 3 e 5, c.p.p..(1). Ove il Pubblico Ministero ritenga di procedere con decreto penale, dichiarano di opporsi.
Paolo Sorgentone Circolo Legambiente 'Il Passignano'
Giuseppe Pandolfi Circolo Legambiente 'Il Passignano'
Guido Scoccianti WWF
Claudio Greppi Italia Nostra
Franco Bolognesi Associazione San Casciano per la tutela dell'Ambiente
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