La Costituzione della Repubblica Italiana recita all'Art. 9:
La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

lunedì 3 ottobre 2011

Laika a Ponterotto, De Zordo: Solidarietà a Lucia Carlesi


Comunicato stampa di Per un'altra Città, Firenze

Piena solidarietà della lista di cittadinanza 'perUnaltracittà' alla consigliera Lucia Carlesi di Laboratorio 'Per un'altra San Casciano', oggetto di violenti attacchi verbali nel corso della seduta di Consiglio comunale del 29 settembre. A provocare l'attacco, condiviso in modo bipartisan da destra e centrosinistra, è stato l'ordine del giorno da lei depositato in merito al ritrovamento dei reperti archeologici venuti alla luce a Ponterotto nel corso della costruzione del nuovo capannone della Laika Caravans.

In modo strumentale si è voluta attribuire a chi difende il territorio e il patrimonio culturale la responsabilità dei ritardi dello stabilimento Laika nella realizzazione di un progetto risalente ormai a 10 anni fa. Lucia Carlesi ha coraggiosamente affermato che la difesa di ambiente e patrimonio storico viene tutelata quando non è messa in conflitto con la dignità del lavoro e i diritti dei lavoratori, e ha esplicitamente attribuito la responsabilità di contrapporre ancora una volta ambiente e lavoro all'amministrazione comunale di San Casciano che in 10 anni non ha saputo dare una risposta concreta a questo problema.

Bastava trovare una localizzazione idonea all'insediamento della nuova Laika senza consentire l'operazione speculativa che ha consentito l'attuale insediamento a Ponterotto, terreno agricolo e ricco di reperti archeologici (si veda su questo archeopatacca.blogspot.com). E invece l'amministrazione di san Casciano non solo ha consentito un'operazione di rendita immobiliare della multinazionale ma ha investito proprie risorse senza neanche dichiarare l'impegno economico a cui dovrà far fronte per vari anni.

Sosteniamo quindi l'azione della consigliera Carlesi che ha richiesto senza farsi intimidire un altro modo di coniugare diritto al lavoro e diritto all'ambiente, e ha indicato un'altra modalità con cui le pubbliche amministrazioni devono lavorare in modo trasparente per l'interesse generale della collettività e non per il potente di turno.

Intervento di Alessio Gramolati, Segretario Generale CGIL Toscana

Firenze, 3 ottobre 2011
di Alessio Gramolati, Segretario Generale CGIL Toscana


L’altro giorno i lavoratori della Laika hanno deciso di scioperare e partecipare ai lavori del Consiglio Comunale di San Casciano V.P. (nel Chianti) dove si discuteva una mozione finalizzata a bloccare la realizzazione del nuovo stabilimento.
Il cantiere è stato sospeso perché durante i lavori di fondazione, regolarmente autorizzati, sono stati trovati resti etrusco/romani, probabilmente di una abitazione e di una fattoria, a testimoniare che sin da allora il Chianti rappresentava un’area residenziale e produttiva.


Il Comune ha presentato un progetto, così come prevedono le normative già utilizzate in molti altri casi, per collocare manufatti e reperti in un luogo idoneo a garantirne valorizzazione e tutela. L’azienda contribuirà con le risorse economiche previste a realizzare il trasferimento. Il progetto ha avuto l’approvazione della Direzione Regionale dei Beni Culturali e della Sovrintendenza che parteciperà direttamente alla sua corretta realizzazione. Al Comune e alla Regione spetterà la successiva valorizzazione. Nonostante ciò, un consigliere comunale ha presentato una mozione per fermare tutto. Ha preso solo il suo voto ma intanto un Comitato ha scritto al mondo perché si fermi “lo scempio” e si è presentata un’interrogazione parlamentare. Un autorevole quotidiano cittadino ha titolato: “Sciopero contro gli Etruschi!”.

Sono più di 10 anni che si va avanti così. Intanto una realtà industriale e innovativa è costretta a lavorare su più siti tanto che per completare il ciclo produttivo ci si deve spostare in auto. Alcune delle aree che attualmente ospitano l’attività produttiva e di lavoratori sono coperte ad eternit. I costi produttivi e ambientali di questa situazione sono tutti sulle spalle delle 230 persone occupate direttamente e delle altre (più del doppio) dell’indotto.


Queste persone hanno scioperato perchè non possono più aspettare. Sono per il lavoro, per la legalità, per l’ambiente e per tutto ciò è tempo di scegliere.
La proprietà dell’Azienda, una multinazionale tedesca, ha deciso di uscire dalla borsa per recuperare risorse per investire in processo e prodotto, privilegiando l’economia produttiva su quella finanziaria.
Pensiamo di tutelare l’ambiente scoraggiandoli ad investire in Toscana? È una domanda strategica perché questa scelta non sarà ininfluente per l’attrattività regionale. Perché non c’è solo la Laika.


A Firenze abbiamo sentito cosa è stato detto contro la tramvia e assistiamo al suo stallo. A Rosignano si è dissertato su quanto avrebbero bordeggiato le barche a vela se si fosse integrato il ciclo industriale col rigassificatore e non se n’è fatto di nulla.A Massa due parlamentari di FLI hanno presentato una interrogazione contro l’investimento del Nuovo Pignone, ignari forse delle sue ricadute occupazionali e del fatto che quell’investimento consente la realizzazione di uno dei progetti ambientalmente più avanzati in campo energetico: impianto di Gorgon in Australia.
Potremmo continuare ancora a lungo a descrivere questa Toscana appagata che crede di non aver bisogno di un futuro perché ha tutto ciò che serve nel passato.
Dimentica che ciò che ci è stato consegnato è un equilibrio sapiente di saper fare innovando e tutelando il paesaggio.

Gli stessi Etruschi da buoni toscani erano un popolo gaudente e laborioso. Con i loro baccanali o la loro impareggiabile abilità nella lavorazione dei metalli, avevano voluto vicino alle loro case officine e fattorie. Le piscine che si vedono ora nelle seconde case e nelle ville sono arrivate dopo, molto dopo. Insieme alla rendita fondiaria. Voglio rassicurare tutti che non abbiamo nulla contro gli Etruschi che ci stanno parecchio simpatici, men che mai contro l’ambientalismo, ma abbiamo molto da dire verso coloro che vedono la Toscana unicamente come terra del buon ritiro, buona per oziare ma non per investire. Questo modello prima si mangerà il lavoro ma poi, inevitabilmente, consumerà il territorio offrendo magari in cambio qualche lavoretto a giornata, tutto rigorosamente a nero, perché il buon lavoro, si sa: un po’ sporca!

Quando la demagogia prevale sul confronto e sul rispetto, perde la democrazia

LABORATORIO PER UN'ALTRA SAN CASCIANO-RIFONDAZIONE COMUNISTA

COMUNICATO STAMPA

Quando la demagogia prevale sul confronto e sul rispetto, perde la democrazia. È quanto è successo durante la seduta del consiglio comunale di San Casciano del 29 settembre quando, tutti insieme, partiti di sinistra (ma questa definizione è ancora possibile?), di destra e lista civica, appoggiati dai dipendenti Laika giunti in gran numero, hanno “processato” il nostro gruppo Laboratorio per un'Altra San Casciano-Rifondazione Comunista che ha presentato un ordine del giorno per opporsi alla decisione presa dall'Amministrazione di rimuovere i reperti archeologici di Ponterotto. Facile intuire l'esito della discussione, viste le forze in campo. Ma siamo sicuri che non sia la vittoria di Pirro?
Ha prevalso la demagogia, appunto. Le nostre motivazioni di contrarietà al progetto sono state chiare e argomentate, dobbiamo constatare che ieri nell'aula consiliare nessuno ha saputo o voluto dare risposte concrete alle nostre obiezioni.

Noi abbiamo parlato di difesa dei beni comuni: l'ambiente, il paesaggio, il patrimonio storico di una collettività si tutelano quando non si mettono in conflitto con la dignità del lavoro e i diritti dei lavoratori, quando si ha la capacità politica di gestire i processi economici e le dinamiche sociali di un territorio. Su questi temi non prendiamo lezioni da nessuno. Sul banco degli imputati mettiamo questa amministrazione che in dieci anni non ha saputo offrire una risposta concreta alle richieste sacrosante dei lavoratori. Nessuno può essere così ingenuo da credere che, se ancora non è stata posata la fatidica prima pietra del nuovo stabilimento, la colpa sia di “quattro ambientalisti”.

La nuova Laika sarebbe realizzata da tempo se fin da subito fosse stata scelta una localizzazione idonea. In realtà, cedendo al ricatto occupazionale, l'amministrazione ha intrapreso una faraginosa e complessa procedura urbanistica grazie alla quale l'impresa ha ottenuto la possibilità di costruire su terreni agricoli a Ponterotto: un'operazione di rendita immobiliare che, abbiamo sempre sostenuto, ci pare abbia avuto poco a che fare né con la presunta urgenza imprenditoriale, né con la salvaguardia dei posti di lavoro. Non ha insegnato niente la fallimentare esperienza Stianti a San Casciano? O lo stabilimento Laika a Sambuca ottenuto anche in quell'occasione con variante urbanistica ad hoc e mai utilizzato? Non è seguendo gli “appetiti” industriali che si tutelano i lavoratori, si può però fare demagogia e farlo credere.

Adesso, ancora una volta strumentalmente, si afferma che “sfrattare gli etruschi”, rimuovere dal sito i reperti emersi a Ponteretto, significherà contemporaneamente valorizzare i ritrovamenti e offrire ulteriori, concrete garanzie al mondo del lavoro.
Niente di più falso. In un momento di grave crisi nazionale e mondiale del settore nel quale è coinvolta pesantemente anche la multinazionale Hymer, costruire un gigantesco capannone, che sembra effettivamente sproporzionato rispetto alle previsioni produttive dell'azienda, non potrà dare nessuna certezza ai lavoratori. Si perderà invece l'autenticità di una testimonianza storica, trattando i resti della fattoria etrusca e della villa romana alla stregua di mattoncini Lego, come in questi giorni ha osservato autorevolmente il prof. Settis, commentando la vicenda. Per far questo l'amministrazione investe proprie risorse, fateci capire dov'è l'interesse pubblico dell'operazione.

Vorremmo anche una risposta ai dubbi sollevati sulla correttezza della delibera che la Giunta ha adottato, ove, tra l'altro, non viene dichiarato l’ammontare della spesa pluriennale che si dovrebbe sostenere e neanche a quali capitoli di bilancio viene imputata.

Di tutto ciò avremmo voluto discutere in consiglio comunale; purtroppo abbiamo soltanto assistito al triste spettacolo di un'amministrazione impegnata solamente a costruire un capro espiatorio (l’ambientalismo contrapposto a chi difende il “lavoro”) per scaricare le proprie responsabilità . Noi abbiamo offerto una chiave di lettura diversa della vicenda e come sempre abbiamo coerentemente rappresentato un'altra prospettiva e un'altra proposta politica che vede nella riconversione ecologica dell'economia, nella difesa dei beni comuni e nella tutela del territorio l'unica strada che abbiamo a disposizione per uscire da una crisi economica strutturale e dare risposte serie e concrete,nel tempo, al mondo del lavoro. Ed è così che esprimiamo la nostra solidarietà con i lavoratori Laika.

Ci crediamo e continueremo a sostenere con impegno queste proposte.


San Casciano Val di Pesa, 1 ottobre 2011