La Costituzione della Repubblica Italiana recita all'Art. 9:
La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

giovedì 13 ottobre 2011

Così saranno recuperati i resti romani...


In un articolo apparso sull'Unità (12/10/2011) l'"elogio" della capacità del Comune di San Casciano di conciliare lavoro e "valorizzazione dei reperti archeologici" viene illustrata da questa immagine. Quando l'arroganza è tale che non ci si accorge neanche più del ridicolo: questo sarà il modo in cui (al costo di 400.000 euro usciti per la gran parte dalle tasche dei cittadini sancascianesi) a Ponterotto verrà "valorizzata" l'area. Un disastro che può essere evitato.


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Laika, ultimo atto?

Edoardo Lusena, 
Corriere Fiorentino, 12 ottobre 2011

Laika, prendere o lasciare - "Questo è l'ultimo treno"
Presentato il progetto del nuovo stabilimento a Ponte Rotto. Traslocano i reperti etruschi. Marson: così si rischia il ridicolo


SAN CASCIANO — Laika, ultimo atto? La vicenda del nuovo stabilimento industriale nel Chianti, tra scavi etruschi e romani da ricollocare fuori del sito originale, e un migliaio (tra dipendenti e indotto) di lavoratori interessati, ha vissuto l’ennesima puntata martedì nella sala consiliare del Comune di San Casciano. Presentazione in pompa magna del progetto contestato da associazioni ambientaliste, comitati e già prima di essere nominata assessore regionale all’urbanistica, da Anna Marson (che i dubbi sull’opportunità di quel maxistabilimento a Ponterotto continua ad averceli eccome). Il sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini ieri pomeriggio ha convocato proprio tutti, o quasi: i vertici dell’azienda e le parti sociali: da Cgil a Cna a Confindustria con il presidente regionale Antonella Mansi.

L’atmosfera è da ultimo treno, quello da non perdere: «Sarebbe un suicidio rinunciare — dice secco Pescini — il Chianti Felix non esiste, i dati parlano del 16% di disoccupazione nella zona». Da prendere o lasciare, senza alternative. I reperti etruschi e romani, che pure sembrano di notevole importanza non possono restare dove etruschi e romani avevano costruito. Ma saranno traslocati a spese del Comune e della Laika altrove. Non troppo lontano dal megastabilimento (circa 100 metri), in un’area verde vicino alla statale. Impossibile lasciare i reperti dov’erano. lo stabilimento viene prima di tutto. E lo si è capito bene dalle parole dell’ad di Laika, Jan de Haas: «Dopo sette anni siamo ancora a Tavarnelle, non è semplice spiegarlo ai proprietari, lo accettano per il momento perché credono nel potenziale dell’azienda ma ora non abbiamo più la pazienza e non possiamo più permetterci il lusso di aspettare. Non c’è un piano b, ma dobbiamo farlo adesso».

Il sindaco ripete «trasparenza» come un mantra: «Il percorso è stato trasparente in ogni sua fase: da quella urbanistica, a quella edilizia fino a quella culturale». Stime di massima e cautela sui prossimi passi: «Aspettiamo autorizzazioni — aggiunge — vorremmo aprire l’area espositiva nel giugno 2013. I costi di trasferimento? Attorno ai 400 mila euro, incontreremo Laika per dividerci compiti e oneri, ma è chiaro che dovrà farsene carico anche il Comune». C’è anche Sestilio Dirindelli il sindaco di Tavarnelle, presto «orfana» di Laika : «La dignità di questo territorio è legata al lavoro, oltre il 41% del pil viene dal manifatturiero, altro che cartolina. Quando ci chiesero di spostare la produzione dai 5 capannoni attuali in un unico grande stabilimento, cercammo ogni soluzione: da noi fu impossibile. Si è parlato di speculazione, ma gli stabilimenti attuali manterranno la vocazione industriale, così come sulla nuova area c’è un vincolo quarantennale».

Una nota del vicepresidente di Confindustria Firenze Riccardo Spagnoli parla di occasione da non perdere. Il sindaco parla di ottimi rapporti con la Regione e non offre sponde sull’assessore Marson, contraria al progetto ben prima di entrare nella giunta Rossi, ma la responsabile dell’urbanistica a Controradio ha ribadito: «Da cittadina vorrei più chiarezza. L’effetto ridicolo del progetto potrebbe nuocere al brand Chianti». Riconosce che ormai le competenze regionali sono marginali, ma augura «che la giunta intervenga eventualmente per assicurarsi che l’operazione dal punto di vista scientifico stia in piedi».

Il Comune esclude la possibilità di rimodulare il progetto usando le zone dell’area Laika non edificate per mantenere in loco i reperti: «Sarebbe da ripetere tutta l’analisi di sostenibilità, senza pensare al fatto che le zone senza capannone servono per interventi di mitigazione imposti da noi e un giorno potranno essere il sito di un’espansione della Laika che lo stesso Comune auspica». L’applauso — vero e proprio — del mondo sindacale e di categoria è unanime: «Li vogliamo anche noi i nostri bei tramonti — dice il segretario regionale della Cgil Alessio Gramolati — ma poi ci devono anche essere delle albe fatte di lavoro».

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