La Costituzione della Repubblica Italiana recita all'Art. 9:
La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

domenica 11 settembre 2011

Appello: a San Casciano in Val di Pesa le fabbriche contano più dell'archeologia

Se siete d'accordo con quanto segue, inoltrate questa mail d'appello all'Assessore regionale della Toscana alla Cultura dott.ssa Cristina Scaletti (cristina.scaletti@regione.toscana.it) e agli amici sensibili ai temi dell'ambiente e della cultura. Ulteriori informazioni sul sito: http://archeopatacca.blogspot.com/ .

Appello:

Alla cortese attenzione dell′Assessore regionale alla Cultura dott.ssa Cristina Scaletti

Gentile assessore Scaletti,
ho appreso con perplessità e sconcerto di quanto sta accadendo in località Ponterotto nel comune di San Casciano in Val di Pesa (Firenze). Da più di dieci anni il Comune di San Casciano persevera nella scelta di una localizzazione ad alto impatto ambientale e paesistico per il capannone di 3 ha della multinazionale Hymer proprietaria di Laika caravan. Tale localizzazione fu operata al di fuori di ogni pianificazione e senza i necessari rilievi di archeologia preventiva, subendo un ricatto occupazionale che in realtà copre una semplice operazione di rendita immobiliare.

Nell'anno 2010, durante gli scavi cantieristici, sono stati rinvenuti resti archeologici di un edificio di epoca etrusco-ellenistica e di una villa romana di età imperiale. Invece di valorizzare queste testimonianze storico-artistiche, l'amministrazione comunale ha fatto propria la istanza di RIMOZIONE DEI REPERTI avanzata da Hymer a pochi mesi dall'inizio scavi.
Inoltre, il Comune ha deciso di intervenire con proprie risorse ad un progetto di demolizione, rimozione e ricostruzione in altro sito dei reperti, senza esplorare le alternative possibili che con modifiche progettuali salvassero almeno parte del sito archeologico.

In considerazione del fatto che tutte le procedure legate al progetto sono state svolte nella assoluta segretezza e senza contraddittori, che ancora non esiste neanche una riga di relazione pubblicata sugli scavi, che il progetto di rimozione è stato deliberato a scavi in corso (quando ancora la villa romana non era emersa) a prescindere quindi dai risultati, che l'accesso al cantiere è stato negato con il pretesto che si doveva concludere la campagna scavi, fornendo notizie confuse di minimizzazione del valore dei reperti (dichiarati all'inizio resti medievali), che il progetto a parere di molti esperti distruggerà il valore scientifico del sito e produrrà un falso storico e topografico.

Le chiedo di accogliere l'appello delle associazioni ambientaliste (WWF, LEGAMBIENTE, ITALIA NOSTRA, RETE DEI COMITATI) sospendendo la firma regionale all'accordo e aprendo un confronto tra i tecnici del settore di diversa opinione per verificare se davvero questa è la soluzione giusta per la "valorizzazione" dei nostri beni culturali.
Vostra firma e recapiti