Durante gli scavi per la realizzazione dello stabilimento Laika a Ponterotto San Casciano Val di Pesa sono emersi notevoli reperti archeologici, insediamenti etruschi e romani. Invece di tutelare al massimo l'area che è un bene comune del nostro territorio si decide di rimuovere l'intero complesso archeologico, pur di garantire la realizzazione di un intervento privato. Ecco il nostro comunicato stampa:
5 settembre, seduta della Commissione consiliare ambiente e territorio per discutere il Regolamento Urbanistico Comunale di San Casciano in val di Pesa: i rappresentanti del gruppo Laboratorio per un’altra San Casciano – Rifondazione Comunista abbandonano la seduta perché ritengono inutile partecipare a una discussione, pur fondamentale perché relativa ad ulteriori incrementi del consumo di suolo, quando sono stati negati trasparenza e coinvolgimento su un intervento assolutamente rilevante per il nostro territorio come l'area archeologica di Ponterotto emersa nel corso dei lavori del cantiere Laika, e chiedono l'immediata discussione dell'intero progetto nella commissione medesima.
Sorprese estive. Nel mese di agosto la Giunta comunale di San Casciano ha approvato una delibera dal titolo 'Approvazione accordo per la disciplina dei rapporti per la rimozione, ricollocazione, restauro e valorizzazione delle strutture archeologiche rinvenute in località Ponterotto'. Erano diversi mesi, per lo meno dall'aprile 2010, che era stato chiesto ufficialmente un chiarimento in merito agli scavi in atto nel sito del cantiere Laika. Fu risposto, dall’Amministrazione comunale e anche dalla Soprintendenza, che la situazione era sotto controllo, che si procedeva tranquillamente al rilievo dei reperti e che, una volta chiusa l'indagine archeologica, sarebbe stata resa nota la relazione finale con la quale avremmo potuto conoscere la natura e l'entità dei ritrovamenti.
Anche nel successivo mese di settembre, in occasione dell'approvazione della delibera per lo stanziamento di fondi per un non ben identificabile 'Museo Laika' denunciammo la mancanza di trasparenza non essendo assolutamente chiaro il tipo di intervento che si andava delineando sul sito archeologico.
Adesso con la delibera del primo agosto scopriamo che già nel giugno 2010 il gruppo Hymer (proprietario di Laika) aveva avanzato la proposta di una 'rimozione' del complesso dei reperti archeologici (etruschi e romani, ossia dell'intero insediamento edificato) e successiva 'ricollocazione' in altra sede, e che questa proposta era stata accolta favorevolmente sia dal Comune che dalla Soprintendenza. Per più di un anno, quindi, si sono svolti tutti i contatti che hanno portato a questa delibera, presentata come una originale “valorizzazione” di un sito archeologico, ma l'Amministrazione in tutto questo periodo non ha ritenuto opportuno discuterne in modo esauriente in consiglio comunale e neanche in commissione urbanistica.
Di norma in situazioni di questo genere i casi sono due: o i reperti non hanno gran valore, e allora se ne fa il rilievo e se ne pubblicano i risultati scientifici, per poi ricoprire il sito, oppure lo scavo si rivela importante e allora saranno i progetti di nuove opere che si dovranno adeguare. È quanto è successo a Gonfienti, nel caso del centro intermodale di Prato, ma anche sulla Grosseto-Siena, dove il tracciato è stato 'rialzato' per lasciare la possibilità di studiare reperti etruschi importanti, vicino a Roselle. Qui al Ponterotto, invece, Hymer dichiara che la presenza degli scavi è incompatibile con quella del capannone progettato: e allora? Allora si spostano quelle quattro pietre che (in fondo) non interessano a nessuno, nella prevista 'Area archeologica di Ponterotto' collocata in adiacenza alla zona de La Botte in prossimità della percorso pedo-ciclabile. Meglio ancora, così ci si va anche in bicicletta a visitare la (falsa) area archeologica.
Non è nostro compito mettere in discussione l’avallo che la Soprintendenza e il Ministero dei Beni Culturali hanno dato all’operazione, certamente ci proponiamo di approfondire le scelte fatte con la collaborazione di esperti qualificati. Intanto ci sembra inevitabile rilevare la mancanza di trasparenza da parte della Giunta comunale in tutta questa vicenda, nonostante le assicurazioni date. E perché nessuno viene a spiegare ai più diretti interessati, cioè ai dipendenti Laika, come mai si sono persi dieci anni senza che nessuno dei responsabili, pubblici e privati, si accorgesse che qualche centimetro sotto terra c’erano tracce di insediamenti di più di duemila anni? Non avevano mai sentito parlare di archeologia preventiva?
Ma l’errore risale proprio a quella scelta di dieci anni fa, quando fu individuata un'area agricola che doveva essere per forza proprio quella, senza nessuna possibile alternativa, un'area ad alto valore ambientale e paesaggistico, evidentemente inadatta ad ospitare un insediamento industriale. Se davvero c’era l’urgenza che allora ci dicevano, non era meglio cercare soluzioni diverse? La 'ricollocazione' del sito archeologico del Ponterotto non è che l’ultima forzatura per coprire le responsabilità di chi ha voluto a tutti i costi un’operazione immobiliare che nulla ha a che vedere con l’interesse dei lavoratori.
Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista
San Casciano Val di Pesa, 7 settembre 2011