La Repubblica di Firenze, 09/09/2007
Dopo il caso Monticchiello le contestazioni sulla variante "investono le politiche della Toscana"
Sarà addirittura il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a doversi occupare del «caso Laika», il nuovo insediamento industriale previsto da una variante a San Casciano Val di Pesa ma contestato dagli ambientalisti. Le associazioni riunite nel «Coordinamento contro la variante Laika» hanno infatti presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per contestare la legittimità amministrativa degli atti che hanno portato Regione Toscana, Provincia di Firenze e Comune di San Casciano ad una scelta che gli ambientalisti reputano sbagliata.
Il ricorso al capo dello Stato viene motivato in base al fatto che il «"caso Laika" non può essere considerato soltanto una questione locale, ma va visto nel quadro della contestazione radicale della politica urbanistica in Toscana portata avanti in questi ultimi mesi dalla "Rete dei Comitati per la difesa del Territorio" e che ha trovato il dovuto rilievo sulla stampa nazionale dopo il "caso Monticchiello"».
Con il ricorso le associazioni ambientaliste chiantigiane intendono sollevare una questione di legittimità degli atti in sede di giustizia amministrativa, in quanto ritengono insussistenti i motivi di interesse pubblico, non valutati i reali effetti ambientali dell´intervento, nonché violate le stesse norme regionali sul governo del territorio.
«L´intera variante urbanistica - si legge in una nota del Coordinamento - si presenta come una vera e propria legittimazione a posteriori di una scelta operata con modalità discutibili, ad esclusivo vantaggio dell´azienda proponente, mentre il danno complessivo che ne deriverebbe all´ambiente, al paesaggio, all´interesse collettivo e alle potenzialità economiche del territorio non è stato per nulla valutato dagli organismi competenti».
Il ricorso è firmato da Roberto della Seta, presidente nazionale di Legambiente, Stefano Leoni, vice presidente nazionale del Wwf e da Giovanni Ricasoli-Firidolfi, presidente della Fondazione per la tutela del territorio del Chianti Classico.
«L´impegno diretto di esponenti nazionali delle associazioni ambientaliste - scrive il Coordinamento - testimonia della importanza e del carattere esemplare che riveste tale vertenza, in una situazione nella quale le amministrazioni locali sono prese da una insana "febbre del mattone"».