di Mario Neri, La Repubblica, 14 settembre 2011
Ritrovati nell'area del futuro capannone: la soprintendenza dà l'ok al trasferimento. "No all'archeo-patacca"
La Laika fa traslocare i resti etruschi
Nella terra dei caravan anche un sito archeologico può traslocare. Succederà ai resti di un insediamento etrusco e a quelli di una villa romana di età imperiale ritrovati nel giugno 2010 a Ponterotto, pochi chilometri da San Casciano, dove la Laika caravans vorrebbe costruire il mega capannone progettato 11 anni fa per rilanciare la produzione dei camper nella Val di Pesa. Da un anno i lavori sono fermi. Nei 3 ettari destinati alla nuova fabbrica - e riconvertiti in area industriale con una variante ad hoc del Comune - gli archeologi procedono ancora con scavi e analisi, ma l'amministrazione di San Casciano ha già accolto le richieste della multinazionale: i reperti verranno ricollocati vicino al torrente Pesa «in modo da riprodurre la disposizione dei vani rispetto all'esposizione al sole e alla direzione dei venti», è scritto in una delibera approvata ad agosto. Il via libera è arrivato con il parere favorevole di Soprintendenza, ministero dei Beni culturali e Regione, eppure fa infuriare i comitati del Chianti. «Trasferendo i resti si creerà una "archeopatacca" - dice Giuseppe Pandolfi, presidente del circolo locale di Legambiente - Il comune avalla una speculazione. La salvezza dei posti di lavoro è una scusa, negli ultimi anni i fatturati di Laika sono scesi». Non sarà un parco archeologico farlocco, è invece la tesi della Soprintendenza: «Ci sono molti esempi di rovine ricollocate a favore di una maggiore tutela - spiega la soprintendente regionale Mariarosaria Barbera - e comunque il trasferimento è previsto dal codice dei beni culturali». Comitati e ambientalisti vorrebbero che Laika ridimensionasse i progetti. «Non più un grande capannone da 30mila mq, ma qualcosa meno, quanto basta per lasciare i reperti a loro posto», chiede anche Mauro Romanelli, consigliere regionale di Sel, che ieri ha presentato un'interrogazione urgente in consiglio.