Andrea Ciappi, La Nazione Firenze, 28 Gennaio 2007
DIBATTITO
Venerdì sera duro faccia a faccia ambientalisti- Giunta in un consiglio comunale,
affollato di pubblico
OTTOCENTO. E’ il numero dei posti di lavoro a rischio che emerge dalle pieghe dello scontro all’ultimo sangue tra ambientalisti e Comuni. In prima istanza, nell’occhio del ciclone, S.Casciano. Non è cifra da fantascienza perché deriva da fonti ufficiali ed autorevoli. Sono i casi Laika al Ponterotto e cave col polo industriale di Testi. Dettagli: venerdì sera il colossale faccia a faccia si è materializzato nel consiglio comunale aperto sul trasferimento Laika (da Sambuca a Ponterotto, azienda leader per i caravan).
Erano schierati sigle ambientaliste (da “S.Casciano per l’Ambiente” con Franco Bolognesi a Italia Nostra ed altri, tutti contrari al trasferimento per motivi ambientali) da una parte, lavoratori, sindacati ed Rsu Laika dall’altra. Giunta, maggioranza in consiglio, Rsu Laika, lavoratori e sindacati hanno detto chiaro: se Laika non va al Ponterotto, sono quasi 300 i posti di lavoro in bilico, 400 con l’indotto.
Ciò che pensano gli ambientalisti: '326 mila metri cubi di cemento distruggeranno un pezzo del fondovalle della Pesa, ne incentiveranno l’urbanizzazione e impediranno la realizzazione di un vero parco territoriale fluviale.
TESTI E’ polemica anche sul polo industriale
Al contempo Laika, che ha già cominciato a vendere i suoi capannoni a Sambuca, potrà lucrare a Tavarnelle sulla vendita dei volumi e dei terreni'.
Maria Teresa Lumachi, capogruppo Fi-Udc, favorevole in sostanza a Laika, chiede 'garanzie anche per il futuro dell’occupazione, con un forte vincolo di destinazione d’uso dell’area Laika perché non si possono avere ulteriori speculazioni edilizie a danno dell’occupazione'.
E chiede anche che la zona sia fornita di infrastrutture come la strada di fondovalle Pesa tra la Siena-Firenze e la Sgc Firenze-Livorno.
Alt: non finisce proprio qui, al capitolo ambiente ed annessi scontri.
Detto che su Laika pende sempre un esposto degli ambientalisti alla Procura, c’è che nel senese le grandi cave 'Sacci' sono state bloccate perché il Comune di Gaiole avrebbe ravvisato 'irregolarità'. Le cave sono contestate dal Comitato 'Pro Monti Grossoli'.
Succede che le cave gaiolesi lavorano in sintonia con quelle di Testi (S.Casciano, sempre di 'Sacci' Spa) per fabbricare cemento. Quindi, con Gaiole ferma rischia di fermarsi anche Testi.