Per salvare il territorio di San Casciano da una cementificazione inutile e dannosa
Per impedire una speculazione immobiliare basata sul ricatto occupazionale
COMUNICATO STAMPA (22/12/06)
Dopo anni di battaglie, dopo aver visto rigettare tutte le istanze di verifica ambientale e di revisione della Variante Laika, dopo che è stato negato alla popolazione lo strumento democratico di un REFERENDUM CONSULTIVO su una scelta di tale peso per il futuro del nostro territorio, le associazioni che operano per il territorio si sono viste costrette a ricorrere alla giustizia ordinaria per tentare di bloccare una scelta sbagliata, localizzata in un luogo inadatto e fatta nel modo peggiore immaginabile.
Con un esposto alla Procura della Repubblica, consegnato in data di oggi, giovedì 14 dicembre, diverse associazioni hanno posto all'attenzione della Magistratura un aspetto della Variante che è apparso sin dall'inizio assai controvertibile: ossia l'acquisto di terreni agricoli fatto dalla impresa LAIKA nel 2002 in comune di San Casciano, sulla base (come dice Laika nei suoi verbali) di 'soluzioni edificative .... sottoposte al vaglio preventivo delle autorità locali', ossia sulla base di rapporti con le amministrazioni pubbliche del tutte informali, fuori da ogni controllo pubblico e precedenti ad ogni iniziativa istituzionale formale di avvio della variante (è del marzo 2003 la prima delibera di Consiglio che prospetta questa scelta di Ponterotto)
Dal momento dell'acquisto terreni in poi l'iter della variante è divenuto sempre più una strada obbligata, e tutti i passaggi istituzionali sono stati attivati NON PER VERIFICARE LA SOSTENIBILITÀ DI UN INTERVENTO ma per LEGITTIMARE A POSTERIORI la scelta di localizzazione fatta dall'impresa: le procedure di Valutazione Strategica (VIST), gli atti delle procedure, l'accordo di programma con la Provincia per variare finanche il PTC, la fase delle osservazioni, sono state tutte tappe di un percorso obbligato nel quale l'amministrazione non ha MAI contemplato l'OPZIONE ZERO, ossia la possibilità di trovare un'alternativa a quella localizzazione.
Da qui la nostra convinzione che questo passaggio, del CHI DECIDE e del COME SI DECIDE, sia strategico per affermare una reale SOSTENIBILITÀ delle scelte urbanistiche, perché nessuna compatibilità ambientale si può costruire a partire dal puro interesse economico di imprenditori privati che mirano alla valorizzazione del loro patrimonio immobiliare.
Riteniamo inoltre che si debbano richiamare le amministrazioni comunali al loro ruolo di pianificazione nel nome della salvaguardia dell?interesse pubblico, comprendendo nell'interesse pubblico la difesa del paesaggio e la tutela dell'ambiente. Cedere il territorio ad investitori privati il cui interesse risiede nel vendere i vecchi capannoni, per cementificare sempre maggiore territorio, costituisce la peggiore scelta operabile per le generazioni future: questo modo di fare urbanistica penalizza tutte le attività economiche legate al NOSTRO patrimonio storico e ambientale, oltre a deturparne la bellezza e l'integrità.
22/12/06 LEGAMBIENTE - Il Passignano- WWF delegazione Firenze-Italia Nostra Comitato per l'Ambiente di San Casciano - AMAT Montespertoli- Fondazione per la tutela del territorio del Chianti Classico ONLUS